Buste, pacchi e spedizioni: al via la trafila che porterà alla nuova Macchina
VITERBO - Erano 46 in ballo per diventare la regina del 3 settembre, e in un solo pomeriggio sono già diventate 44, forse 43, alla prima riunione magari anche meno!
Due settimane dopo la scadenza del bando, era oggi, 12 gennaio, il giorno dedicato alla verifica dei plichi protocollati, per verificarne la corretta realizzazione. Nessuna macchina svelata per la verità, solo qualche sbirciatina involontaria, capitata per caso nel momento in cui la commissione, cinque membri scelti tra Comune e Università, guidati da dirigente Menghini, era intenta ad ispezionare la busta A che doveva contenere la busta B, sigillata, con i dati anagrafici.
La piccola sala al quinto piano di via Garbini era più accaldata che mai: tanti tantissimi professioni, quasi tutti architetti, che hanno presenziato all'arrivo dei propri lavori, seguendoli con lo sguardo e tentando di mantenere il silenzio più assoluto. Diciotti i bozzetti, sul totale dei progetti, realizzati in scala e pronti a dare fin da subito la sensazione del campanile che cammina; le più disparate le misure, dal metro e poco più, racchiuso in pacchi normali, fino al metro e mezzo, o addirittura due metri, chiuso in creativissiimi imballi di ogni stile, materiale e pure colore.
Subito un giallo nei primi pacchi aperti, uno riporta quello che potrebbe diventare il nome della Macchina, e quindi in segno identificatico. Situazione verbalizzata e rimandata ad un domani, quando la commissione verficherà ulteriori eventuali caratteristiche degli imballi. Ammesso sub iudice, per ora, ma molto probabilmente bocciato. Resta da capire se tutte le altre scritte presenti sugli imballi, dal classico Alto con freccia, alla spiegazione del complicato meccanismo di calamite che avrebbe dovuto aprire lo scrigno, fino alla classica scritta Aprire qui, sempre accompagnata da freccia, possano essere o meno considerate comunque segni identificativi. Tutte da prendere in considerazione, come il pacco spedito anonimamente da Tnt ma non protocollato, e quindi tencicamente non verificabile. Due i plichi già archiviati come non ammessi, il primo, di fattura decisamente artigianale, per mancanza di distinzione tra la busta identificativa e il progetto, il secondo perché protocollato in ritardo, alle 12.40 del 29 dicembre, fuori tempo massimo.
Tra le curiosità il bozzetto più grande, che rimarrà dormiente nella prima stanza, quella da cui spuntavano pacco per pacco, per difficoltà di spostamento e soprattutto per non correre il rischio di danneggiarla, la presenza di professionisti non viterbesi, molti architetti romani, e un plico spedito da Milano. Nessuna presenza del Sodalizio Facchini, nemmeno per curiosità: si guarda da lontano e si lascia lavorare l'amministrazione fino al 3 settembre, sera in cui i Cavalieri di Rosa diventeranno i veri padroni della Macchina, e magari sarà quello in momento in cui tirare fuori qualche gesto eclatante che scavi ancora di più il fossato con il Comune. Anche per questo c'è tempo, ma ora l'Aventino è l'unica certezza.
Terminata la prima verifica verrà il lavoro più difficile: una quarantina di progetti tra cui scegliere quella che sarà la Macchina di Santa Rosa pronta a sfilare tra il 2015 e il 2019, che sarà promozionata ad Expo, sempre se si farà in tempo, visti i tempi già strettissimi.
Teresa Pierini
