Viterbo ha abbracciato il 'suo' Piermaria

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piermaria cecchini, attore, viterbo, vita secondo io, spettacolo, teatro, monologo,VITERBO - Voleva il bagno di folla Piermaria Cecchini, per una serata viterbese declinata in viterbese. E la città ha risposto. Tutto esaurito in platea, mezza giunta comunale, sindaco Marini compreso, insieme a Contardo, Ubertini e Sabatini, l'assessore provinciale Fraticelli, il suocero Giovanni Arena e signora, e ovviamente Francesca, fresca sposa, e voce fuori campo dello spettacolo "La vita secondo io". Piermaria difficilmente ha trovato spazio nella sua città, che non ha mai abbandonato, basta vedere come trascorre la domenica pomeriggio, seguendo la sua Roma (nessuno è perfetto) in un bar dei Cappuccini. Poche volte però si è alzato il sipario per lui, mentre trovava il successo altrove, sia in Tv che in teatro. La serata di ieri, seguita anche dai suoi allievi del corso di recitazione, ha avuto una magia speciale, e avrà spezzato l'incantesimo, Viterbo ha abbracciato "Piero" e lui ha abbracciato Viterbo.

Non poteva essere altrimenti: presentare un monologo sulla vita davani la meravigliosa "scenografia" di Palazzo papale rende necessariamente la serata speciale, soprattutto se viene presentato un testo intelligente, carico d'ironia, mai banale. Gioca con il pubblico sin dalle prime battute, tentando di insegnare la battatua "Ahi, la vita!"; missione impossibile, e lui lo sa, con lo scopo di scaldare gli spettatori con le prime risate: "Sète proprio de Viterbe - esclama - e pure io!" .

piermaria cecchini, attore, viterbo, vita secondo io, spettacolo, teatro, monologo, claudio luongo, pianoforte,Accompagnato al piano dal maestro Claudio Luongo, inizia il suo racconto esistenziale, tracciando un persorso sul senso della vita, delle proprie scelte, tutto in funzione del momento in cui Lui, Dio, tirerà le somme, chiedendo durante il Giudizio uiniversale cosa ognuno abbia combinato durante l'esistenza terrena. Un dialogo intimo con l'Altissimo, che talvolta contesta, chiedendo dove fosse quando chiedeva aiuto. Un'occasione per ricordare la sua infanzia, quella trascorsa all'oratorio della Verità, il catechismo del sabato, indispensabile per avere accesso al "Pidocchietto", il cinema di via Cavour, oggi auditorium, ed assitere alle proiezioni dei film, la catechista Pina, che spiega ai ragazzi la bellezza del paradiso, dove tutti lodano Dio con il coro "Venite adoremus", e la confanna dell'inferno, dove ogni ragazzo sognava invece di andare.

Grande, grandissimi chicca, a proposito di infanzia, il momento dedicato alla viterbesità: Piermaria si volta, inforca gli occhiali, non per il personaggio ma perché deve riguardare il brogliaccio, per una serata come questa ha scritto qualcosa di speciale, di unico. Per una serie infinita di minuti diventa Valerio Maria Pascucci, detto "il cupo", un uomo sempre scontento della vita, che si lamenta perché siamo troppi, e ricorda, in viterbese puro, la città che fu, il cinema porno al corso, la vita senza cellulari, gli incontri in piazza... Un momento speciale, proposto ad un pubblico che conosce luoghi, fatti e personaggi e che apprezza, ridendo e annuendo ad ogni battuta.

piermaria cecchini, pietro bevilacqua, cristina pallotta, Due ore di racconti, l'episodio della nascita, lui un 'settimino' costretto a lasciare l'accogliente "bed & breakfast" pagato ancora per due mesi, per trovarsi in mondo che non gli piace, dove pure le pulci sono considerate tranne lui, l'anonimo. Non resta che darsi da fare, partire per un viaggio alla ricerca del senso, del proprio santo graal, un viaggio che forse non finirà mai, o che finirà malissimo. Il viaggio della vita che Piermaria Cecchini ha presentato in modo impeccabile, strappando sorrisi ad una platea amica, ma pur sempre critica e difficile. Una platea che da ieri sera lo ama ancora di più.

Alla fine saluta i presenti, il pubblico, le autorità, moglie e amici, riceve il regalo un libro sul Trasporto della Macchina di Santa Rosa, e manda un abbraccio speciale ad una donna speciale, la mamma, che solo un mese fa lo ha salutato per sempre: "Volevi esserci stasera, ma sono sicuro che mi seguirai da lassù, mentre canti Venite adoramus".

Teresa Pierini