Patriae: "Aboliamo i gettoni in consiglio, è l'unica proposta valida"

PDFStampaE-mail

federico fracassini, patriae,fronte popoli europei, movimento, gettone presenza, consiglio comunale, abolizione, raccolta firme, Unione della tuscia, costo, viterbo, etruria, la tua etruria, tuscia, alto lazio, tesori d'etruria, cultura, 2015, quotidiano culturale, eventi, manifestazioni, eventi culturali viterbesi, VITERBO - “Copiate pure, certo… purché siate in grado di farlo bene! Mi sembra che le proposte relative ai gettoni di presenza per i consiglieri comunali non vadano per il verso giusto e siano pura demagogia, andando dalla riduzione del 30% fino all’ultima idea di legarlo alla durata dei consigli. Noi lo abbiamo detto a dicembre, nella conferenza stampa di presentazione del Movimento Patriae – Fronte dei popoli europei: il gettone va tolto e basta”. Con queste parole Federico Fracassini, coordinatore provinciale del movimento, ricorda la sua proposta ufficializzata ormai mesi fa ed oggi tornata in auge con aggiustamenti che di fatto ne annullano i benefici.

Il gettone di presenza del Comune di Viterbo ammonta a 53.45 euro, che moltiplicato per una presenza media, tra consigli e commissioni, di 12/15 riunioni diventa una sorta di stipendiuccio di 600/800 euro. Moltiplicato per 12 mesi, e considerati i 32 consiglieri, i cittadini di Viterbo sopportano un costo amministrativo di circa 200mila euro.

“Non poco, se consideriamo che rappresentare i propri cittadini è una scelta libera e democratica – prosegue Fracassini – e come ebbi modo di dire a dicembre, non dovrebbe avere alcun rimborso, come avviene per le riunioni condominiali. In questo caso ogni proprietario partecipa per prendere decisioni e non percepisce nulla. Pensare di fissare un limite temporale peggiorerebbe solo la situazione dei costi per dipendenti e uffici, costretti magari ad attendere il superamento delle soglia per garantire il pagamento. Altrettanto inutile una decurtazione parziale. Su questa battaglia abbiamo il supporto di Umberto Ciucciarelli e degli amici di Unione della Tuscia, con loro siamo pronti a raccogliere firme tra i cittadini per ricordare ai consiglieri il loro impegno: amministrare la città rappresentando tutti i viterbesi”.

Patriae condivide la proposta della consigliera Sberna, la prima a consigliare le convocazioni serali. “In questo modo – conclude Fracassini - si otterrebbero numerosi vantaggi: il primo sul lavoro, nessuno è costretto a lasciarlo e quindi non serve alcun pagamento a copertura, chi il lavoro non ce l’ha più usare le ore libere per cercarlo; i cittadini potrebbero assistere direttamente ai consigli di Palazzo dei priori, in tranquillità e di persona, senza prendere giornate di ferie, non tutti sono così attrezzati con lo streaming e la sua ‘cinepresa’ diventerebbe superflua; infine il risparmio, che siano 200mila euro, più o meno a seconda delle attuali presenze, potrebbe essere destinato ad attività sociali, molto più utili rispetto al gettone, e magari un 30% dell’importo per finanziare progetti meritevoli, mirati alla valorizzazione del territorio e alla gratificazione dell’attività politica di ogni consigliere. Un esempio potrebbe essere la sistemazione di un giardino, il restauro di un’edicola e altri interventi difficili da pianificare come amministrazione e facili da individuare come rappresentante della comunità”.

Patriae – Fronte dei popoli europei lancia di nuovo la sua proposta: se nessun consigliere dovesse accoglierla e portarla in consiglio comunale partirà una raccolta firme, che sarà annunciata a breve con tutti i dettagli. A quel punto saranno i cittadini a richiederla e difficilmente si potrà rimanere ciechi e sordi davanti all’espressa volontà della città.