Il Corteo Storico e i Facchini riportano Rosa a casa
VITERBO - "Riportiamo il corpo della nostra patrona nel suo santuario e immaginiamo di accompagnarla, di ripercorrere con lei le strade della nostra città, Rosa, questa giovane ragazza vestita col saio, che girava per Viterbo dicendo 'Lasciantevi amare da Dio'. Siate uniti, solidali, diceva, perché se siete divisi non avremo mai la libertà. Accompagniamo Santa Rosa in questo ripercorrere la sua vita, sentendo il suo invito e lasciandoci amare da Dio. Un amore che se accolto, ed è la sfida che Santa Rosa ci rivolge, scalda e cambia la vita. Oggi viviamo come se Dio non esistesse, oppure se lo avvertiamo non lo facciamo entrare nelle nostre case. Di fronte al crocifisso proviamo a vivere come se Dio esiste e vedremo cambiare la vita nel suo significato e negli orizzonti più vasti. Dio ci dice 'Io sono con voi' e questo amore è fonte della nostra gioia e la nostra speranza, nonostante le apparenze dell'esistenza terrena. Approfitto per mandare un saluto ai nostri fratelli colpiti dal terremoto". Con queste parole il vescovo Fumagalli ha salutato sulla scalinata del duomo, davanti al corpo di Rosa pronto al viaggio di ritorno, portato a spalla dai Facchini.
Terminato il saluto è partito di nuovo il Corteo Storico, che aveva raggiunto piazza San Lorenzo proveniente dal santuario, per fare ritorno insieme alla piccola Rosa. Dietro il corteo le confraternite e i gruppi religiosi, il clero, le suore Alcantarine, il corpo di Santa Rosa e le autorità.
T. P.
