Viterbo con amore: finito il pozzo a Freetown, in piena emergenza Ebola

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Vedere un contenitore con scritto Viterbo con amore sarà un orgoglio per tutti i volontari dell'associazione, ma deve essere un orgoglio di tutta la città, come è già successo per la Murialdo home, e altrettanto per padre Scaringella, che ha istituito una scuola infermieri che porta il nome di Viterbo. Questi sono i messaggi positivi, questa è la logica che fa ancora sperare in un domani migliore. Purtroppo insieme alla bella notizia del pozzo realizzato arrivano da Freetown notizie terribili sul fronte ebola.

Pubblichiamo il messaggio di don Maurizio, molto più forte di qualsiasi altro commento:

"Ciao a tutti.
Il pozzo è finito e vi invio le foto per dirvi grazie di quanto avete fatto.
Non potete immaginare quanta gioia, quanta meno fatica e quanta salute in più avete portato nella Murialdo Home e nella gente che attorno ci vive.

Qui stiamo vivendo momenti di paura a causa del virus ebola.
Questa paura è più forte della paura durante la guerra dei “diamanti insanguinati” finita nel 2002.
E' un nemico invisibile contro cui siamo chiamati a combattere. La città qui è overcrowded; gente, gente, gente che cerca rifugio e non sa dove trovarlo, che vede il nemico nel fratello, nel vicino, in chi ti ama. Nessuno ti tocca, non accarezzi neanche i bambini ... e il nemico avanza reale, invisibile, letale…

pozzo, viterbo con amore, beneficenza, solidarietà, freetowm, don maurizio, ebola, rischio, coprifuoco, clorina, viterbo, etruria, la tua etruria, tuscia, alto lazio, tesori d'etruria, cultura, 2014, quotidiano culturale, eventi, manifestazioni, eventi culturali viterbesi,'Non riusciamo a sapere il numero dei morti!!!' questa è la sconfortante notizia del Governo della Sierra Leone e quindi non si sa nemmeno il numero dei contagiati. La situazione è pericolosa, perché la gente continua a
muoversi, a nascondersi se avverte i sintomi della malattia e la paura cresce.
I bianchi se ne vanno, le compagnie aeree chiudono e attorno a noi, parlo di Freetown, overcrowded city, l'unica difesa che si vede sono i guanti dei poliziotti, i secchi di acqua clorata fuori dei negozi e dei vari compounds, e i cartelli con i disegni che mostrano quali potrebbero essere i vari sintomi della malattia.

Quando ci si incontra il discorso è senso unico: hai saputo a Lunsar una famiglia è morta, hai sentito anche a Kissy si è trovata una persona infetta, l'ospedale cinese ha chiuso.... e così via.
Si vive in casa: ho messo a quarantena i ragazzi delle case famiglia Murialdo, non devono uscire, non devono toccare nessuno per nessun motivo, ecc... ma fino a quando?

La giornata di coprifuoco è stata perfetta, niente gente per le strade, niente macchine, Freetown diventata per un giorno città fantasma, tutti in casa, digiuno, preghiera... Il giorno dopo tutto è tornato normale o quasi.
Il sistema sanitario è quello che è e le medicine, le più normali scarseggiano. Viene detto di usare la clorina, che è l'unico rimedio efficace contro il virus.

Venerdì scorso sono andato al Centro medico per avere la clorina da sciogliere nell'acqua, me l'hanno promessa per il giorno dopo e a tutt'oggi non è arrivata...
Non fa meraviglia, chi conosce questa amabilissima nazione e chi ci vive sa anche accettare queste condizioni precarie. Fidiamoci delle promesse di tanti governi. Ma qui c'è un proverbio, bello se non fosse tragico, che dice: quando i pesci piangono, nessuno vede le loro lacrime. Chissà che ci sia qualcuno che voglia condividere e asciugare le lacrime di questa povera gente dando loro rinnovata speranza.
Grazie, grazie di cuore per il bene fatto bene".