BAGNOREGIO - E’ toccato all’archeologo Pietro Tamburini, direttore Museo territoriale lago di Bolsena, avviare l’interessante nuova esperienza dell’associazione Archeotuscia in terra bagnorese, fortemente voluta da Giovan Battista Crocoli, conosciuto da tutti come Titta.
Nelle sale del Convivia Village, rappresentato dal gestore della struttura Stefano Caporossi, si è svolto il primo appuntamento dal titolo “Monterado, un castelliere del sistema difensivo occidentale del territorio Volsiniese”.
La conferenza si è aperta con il saluto del sindaco Bigiotti, che si è dimostrato ancora una volta sensibile al settore culturale, e ha ricordato l’inaugurazione del museo a Civita di Bagnoregio, che si svolgerà domattina, e ha promesso che si impegnerà per la pubblicazione degli atti di questo ciclo di conferenze.
Subito dopo ha preso la parola Tamburini, che ha spiegato ai presenti il sistema difensivo delle città Stato etrusche, tutte realtà indipendenti disposte comunque ad allearsi per proteggere il proprio territorio. E proprio la zona Volsiniese, con la presenza geografica del lago, di fiumi e colline, è stata protagonista di importanti alleanze. “Oggi è possibile identificare l’importanza delle famiglie sul territorio – ha spiegato l’archeologo – attraverso i reperti, alcuni caratteristici di questa zona, come i vasi rossi decorati con segni geometrici, e una serie di altari di tufo, tutti con iscrizioni in onore della divinità degli inferi”. Tamburini ha affrontato storia etrusca e conformazione geografica, sfatando anche alcuni miti, come quello relativo alla basaltina, la pietra lavica della zona che però nulla ha a che fare con il basalto, perché mancante di una precisa composizione chimica.
Monterado e tutta la zona intorno al lago è stata per decenni al centro di studi, sia sulla sua conformazione fisica che per i reperti ritrovati, a partire da Cagiano De Azevedo fino alla famiglia Quirici. Ha poi spiegato l’importanza delle cinte murarie, sia fisiche che ideali, che circondavano comunque un insediamento e ne limitavano l’abitato. Durante la conferenza il direttore del sistema museale ha parlato delle dominazioni di Orvieto e Bolsena, ma anche dell’importante figura di Porsenna, il conquistatore di Roma, tristemente messo a margine dalla storia. E ancora dei tetti spioventi delle case etrusche, appositamente ampi per protegge le mura fatte di legno e argilla, facilmente deperibili per il contatto con gli agenti atmosferici, come è facile ammirare nella ricostruzione presente al museo nazionale della Rocca Albornoz.
Un incontro interessante (guarda anche la fotogallery) che ha svelato il sistema di protezione delle cittadine etrusche, che è poi proseguito in una piacevole cena tra tutti i presenti.
Il prossimo appuntamento è in programma il 5 maggio, sempre alle 18.30, quando Giuseppe Bellucci e Francesca Ceci parleranno de “Il brigantaggio nel territorio bagnorese – L’uccisione del Conte Claudio Faina a Monterado (classe 1874)”.
Teresa Pierini