SORIANO NEL CIMINO - Altra serata di successo per il Salotto delle 6 di Pasquale Bottone, che per il quarto appuntamento della versione “on the road” nella splendida cornice della Sala Consiliare di Soriano nel Cimino, ha registrato il tutto esaurito per l’appuntamento riservato a Pier Paolo Pasolini.
Ospiti con “Frocio e basta” edito da Effigie Carla Benedetti, docente e giornalista, e Giovanni Giovannetti, scrittore ed editore, per discutere dei misteri celati dietro quel 2 novembre 1975, quando venne ritrovato massacrato il cadavere del poeta all’Idroscalo di Ostia.
“Una morte la cui causa è stata individuata ufficialmente in ragioni di sesso, nell’omosessualità di Pasolini, versione in cui ha creduto una larga fascia di intellettuali, anche lo stesso Grillini, presidente onorario dell’Arcigay” sottolinea la Benedetti, che continua: “Perché sostenerla ad occhi chiusi?”.
Una versione ufficiale piena di incongruenze: tra le altre, le contraddizioni di Pelosi, il sangue sulla camicia di Pasolini, né suo né di Pelosi, la motivazione dello spostamento a Ostia, non per ragioni di sesso ma per incontrarsi con i suoi ricattatori, in possesso di alcune bobine di “Salò”, che Pasolini stava allora girando. Ancora, la cena della sera del delitto al ristorante “Biondo Tevere” con un ragazzo dai lunghi capelli biondi, non di certo Pino la rana; il notevole numero, quasi immotivato, di auto presenti sul luogo del crimine; il fatto che Pelosi e Pasolini in realtà si conoscessero sin da prima di quella sera.
L’inchiesta svolta dal procuratore pavese Calia nei primi anni del Duemila propone una tesi innovativa, mette in relazione “Petrolio”, il romanzo iniziato nel 1972 e rimasto incompiuto, con il tanto chiacchierato imprenditore Eugenio Cefis, successore di Mattei alla presidenza dell’Eni.
L’Eni “topos” del potere, così viene definito nel romanzo.
Petrolio, oro nero, asse del potere, moderno Vello d’Oro: dalla versione originale sembrano essere scomparse alcune pagine – c’è chi teorizza addirittura un furto – che sarebbero dovute essere esposte nel 2010 alla Fiera del Libro Antico di Milano in base alle dichiarazioni di Dell’Utri, ma mai rese note al pubblico in realtà.
Cosa il sistema temeva di Pasolini? PPP scriveva sul “Corriere della Sera”, i suoi editoriali avevano un certo peso, era molto autorevole internazionalmente e aveva la possibilità di far esplodere le cose, osserva Giovannetti. Il suo fu un omicidio politico, questa è la verità reale, fattuale, che non trova riscontro nella verità giudiziaria, legata alla figura di Pelosi e a una versione formalmente mai smentita.