Martedì 06 Ottobre 2015 11:47
VITERBO - Prosegue il viaggio rinascimentale di Quartieri dell'arte: per due rappresentazioni, il piano interrato del Palazzo papale è stato idealmente trasportato a Firenze, alla corte dei Medici, per raccontare l'ascesa al potere di Cosimo, giovanissimo figlio del condottiero Giovanni dalle Bande Nere.
Uno spettacolo unico nel suo genere, scritto inizialmente per il cinema, adattato all'attuale proposta teatrale su un tradizionale palco di un teatro, che nella città dei papi viene riscritto per una versione open, adattato nella regia di Lorenzo d'Amico De Carvalho e Marco Messeri, quest'ultimo fantastico protagonista in scena.
Non c'è palco, non c'è platea, c'è un luogo centrale con il pubblico a fare da contorno e due stanze laterali che diventano ora quinta, ora secondo palcoscenico di ideale e immaginario altrove. Complici i fantastici costumi della sartoria Tirelli, e un continuo movimento dei protagonisti si azzerano scenografie e luoghi, è la mente che di volta in volta crea sontuosi palazzi, luoghi di battaglia, boschi o segrete, dove i protagonisti raccontano la presa di potere di Cosimo de' Medici, un ragazzino considerato influenzabile sia dalla chiesa che dai suoi oppositori, che sarà invece capace di imporre a borghesia e nobiltà il suo ideale di stato, garantendo l'espansione a tutta la Toscana, protezioni importanti e due secoli di regno della sua dinastia.
Una storia politica lontana cinque secoli considerabile attualissima, non solo per la presenza di un fiorentino al comando, altresì per le storie di intrighi, inciuci, incontri privati e l'assoluta convinzione di ciascuno di essere in grado di influenzare chiunque, per poi rendersi conto che decide solo uno!
Eccezionale la prova attoriale di Marco Messeri, ironico, istrione, capace di battute taglienti mai pesanti o volgari, Alessio di Clemente nelle poche uscite del suo Guicciardini, Beniamino Marcone, Carlo Fineschi, Stefano Viali, Riccardo Sinibaldi e dodici allievi del corso di recitazione del Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola Nazionale di Cinema, tra cui hanno brillato il protagonista e Giulia, la figlioccia del canonico.
Teresa Pierini